lupo ferito
lupo ferito

Quando l’uomo salva il lupo. E’ successo nei boschi di Castellina Marittima, protagonisti un cacciatore, la Polizia Provinciale di Pisa, alcune guardie e un pool di veterinari. Il primo è colui che ha dato il là all’intervento di soccorso: lo ha scorto nella vegetazione, evidentemente ferito, nei pressi della Tenuta del Terriccio; e ne ha segnalato la presenza, con una telefonata, appunto alla centrale della Polizia Provinciale. La quale è intervenuta direttamente sul posto con una propria agente, Viviana Viviani, in possesso di competenze specifiche sui carnivori: collabora come naturalista zoologa, da oltre 15 anni, con il professor Marco Apollonio dell’Università di Sassari, nel monitoraggio e nella gestione proprio del lupo. Così si è potuto accertare i termini della situazione: verificando che si trattava di un maschio di oltre 35 chili; e che, pur non presentando ferite da arma da fuoco, risultava comunque in effettivo, e anzi grave, pericolo di vita. La diagnosi è poi stata avvelenamento: e il passaggio, occasionale, dall’area in cui è stato rinvenuto, va presumibilmente ricondotto alla ricerca d’acqua (in quei paraggi scorre un ruscello), indotta proprio dallo stato d’intossicazione.
Quindi, con la collaborazione delle guardie della Tenuta del Terriccio, di Guardie Volontarie Venatorie, nonché con il prezioso contributo della veterinaria Marina Salvagno – che ha prestato le prime cure – gli agenti provinciali hanno potuto effettuare l’operazione di recupero del lupo, che è stato successivamente trasferito all’Ospedale Veterinario dell’Università di Pisa (a San Piero a Grado) e qui affidato all’equipe del professor Michele Corazza. Gli aggiornamenti più recenti parlano di un graduale miglioramento.
Da sottolineare come la presenza della specie nella zona di Castellina Marittima non rappresenti un fatto eccezionale (il comprensorio dei Colli Marittimi Pisani è stato più volte teatro di avvistamenti, anche in questi ultimi anni); né l’indice di un pericolo per l’uomo. Gli esemplari rilevati nel territorio hanno sviluppato protocolli di coabitazione con gli insediamenti umani; e dal punto di vista numerico si tratta di “inquilini” la cui incidenza è assai rarefatta: ciascun branco è formato da cinque sei componenti e occupa uno spazio di 100 chilometri quadrati; e intermini complessivi, la nostra provincia conta grossomodo una ventina di individui.
Quanto alla legge, in Italia come nel resto del mondo, si tratta di una specie che gode di particolare tutela giuridica: è infatti inserita sia quelle “particolarmente protette” in base alla legge 157/92; sia tra quelle “a potenziale minaccia di estinzione”, secondo la Convenzione di Washington (normativa Cites) e secondo le appendici della Direttiva CE Habitat 92/43.