Osservatorio per le Politiche Sociali
Osservatorio per le Politiche Sociali

Si conferma il trend positivo di crescita della popolazione provinciale iniziato nel 2002, grazie soprattutto ai flussi di immigrati; lieve ripresa della natalità; aumenta la speranza di vita media. Sono alcuni dei risultati che emergono dalla nuova edizione (la terza, dopo il numero zero e il numero uno) del Dossier Statistico elaborato dall’Osservatorio per le politiche sociali della Provincia. Una fotografia della realtà pisana aggiornata al 2006, quindi quasi in tempo reale. “La base informativa statistica è stata aggiornata, estesa e messa a sistema anche attraverso la stipula di specifici protocolli di intesa con alcuni soggetti istituzionali e non, che producono dati particolarmente utili alla programmazione, quali Inps, Caritas e Uepe (Ufficio di Esecuzione Penale Esterna)”, spiega l’assessore Manola Guazzini. “Funzione essenziale del Dossier è quella di raccogliere, in maniera completa e aggiornata, una serie di dati altrimenti disomogenei, di difficile reperimento e dispersi in una pluralità di fonti e pubblicazioni spesso inaccessibili per gli operatori sociali. E’ questo un ulteriore passo avanti verso la costruzione di strumenti conoscitivi, concreti e di facile fruizione che possano apportare un contributo alla programmazione degli interventi in ambito sociale”

  • Demografia
    La popolazione cresce complessivamente in valori assoluti: già fra il 2001 e il 2006, quindi in soli cinque anni, è passata da 384.555 a 399.881 unità. Confermate così le simulazioni dell’Irpet che, se non interverranno altri fattori, prevedono una popolazione di 412.000 abitanti nel 2023. Anche nel 2006 non è stata la natalità (seppur in lieve ripresa) a determinare la crescita della popolazione, ma l’effetto combinato di una diminuzione della mortalità e il riconfermato apporto dei flussi dei cittadini migranti (sia dal sud d’Italia che dall’estero). I comuni che hanno maggiormente beneficiato della crescita totale – valore che il rapporto tra crescita naturale e crescita migratoria - sono stati Bientina (39,9), Ponsacco (38,5), Calcinaia (37,7) e Calci (21,2). Quelli più penalizzati Castelnuovo Valdicecina (-20,9), Casale (-14,8) e Montecatini Valdicecina (-14,1). Penalizzato anche il capoluogo Pisa, che dal 2004 ha ripreso una lenta perdita: la sua popolazione fra il 2005 ed il 2006 si contrae di altri 571 abitanti.
    Speranza di vita. La speranza di vita media nella provincia di Pisa continua ad aumentare: per gli uomini, dai 75 anni nel 1995, è arrivata a 78 con punta di 78,8 nel Valdarno; per le donne è passata da 81,7 nel 1995 a 83,4 con punta nel Valdarno di 84,2 (era di 82,1 nel 1995).

  • Famiglie.
    Nel 2006 rispetto al 2005 ci sono 2.428 famiglie in più (da 163.001 a 165.429): la Zona Pisana da sola ha visto un incremento di circa 1.000 nuclei. Si contrae invece sempre più il numero medio dei componenti: se nel 2001 era di 2,56 arriva nel 2006 a 2,40. In aumento le famiglie unipersonali, le coppie senza figli ed i nuclei monogenitorali costituiti da donne sole con figli. Anziani soli. L’aumento più preoccupante è quello degli anziani soli: il dato, già in crescita fra i due censimenti 1991 e 2001, continua a incrementarsi nel 2006. Nel territorio provinciale vivono 90.008 anziani in età superiore ai 65 anni, soprattutto donne anziane sole (52.024, gli uomini sono 37.984). Di questi, se 45.629 sono in età compresa fra 65 e 74 anni, 44.299 sono grandi anziani (oltre i 74 anni).

  • Cittadini stranieri.
    A fine 2006 risiedevano nel nostro territorio 22.015 stranieri, cioè il 5,5% della popolazione totale. Le donne sono il 47,7% (nel 2005 erano 47,3). Pisa si colloca in sesta posizione rispetto alle altre province toscane, però ha un tasso di crescita più alto: 9,4% (media regionale 8,8%). Solo Prato, Grosseto e Siena hanno un ritmo di crescita più elevato. Interessante il dato sul movimento demografico: nel 2006 in provincia di Pisa sono nati 356 bambini da genitori stranieri. Un tasso di natalità doppio di quello degli italiani; il livello più alto si trova in Valdera. Dove sono. Se consideriamo l’incidenza sulla popolazione residente, il Valdarno ha il rapporto più alto (6,6% al di sopra anche della media regionale), seguito da Bassa Valdicecina (5,9%) e Area Pisana (5,4%). Alcune punte massime: Castelnuovo Valdicecina (12,6%), Santa Croce (11,5%), Monteverdi (10,4%), Riparbella (8,8%), Pontedera (8%). Le nazionalità. Netta prevalenza degli europei: a livello provinciale il 48,2% proviene dai Paesi dell’Europa Centro Orientale. L’Albania è la prima nazione (27,3%), seguita da Marocco (11,4%), Senegal (9,2%) e Romania (6,1%). Alcune peculiarità delle varie zone: la comunità filippina è al secondo posto nell’Area Pisana (7,2%); quella marocchina è la prima nella Bassa Valdicecina (20,6%), seguita dalla tedesca (19,1%); i macedoni sono la seconda comunità nell’Alta Valdicecina (13,6%)

  • Indicatori di fragilità sociale.
    Nel 2006 sono stati 1.834 i cittadini residenti che hanno fatto ricorso ai Servizi territoriali Dipendenze (SerT) e di questi 458 sono stati i nuovi ingressi. Si concentrano prevalentemente nella Zona Pisana, che da sola registra 1.102 casi in carico; seguono la Valdera (453), il Valdarno (184), l’Alta Valdicecina (88) e la Bassa Valdicecina (7). Sono prevalentemente uomini (81%). Droghe. E’ l’eroina la sostanza di uso primario degli utenti dei SerT: 91,3% dei casi nella Zona Pisana, 66% nella Valdera, 76,1% nell’Alta Valdicecina, 75,5% nel Valdarno Inferiore. Al secondo posto nell’uso di sostanze la cocaina e i cannabinoidi. Contenute, e non in aumento dal 1990, le morti per overdose: 3 nel 2005. Alcool. Gli alcoldipendenti che ricorrono al SerT sono stati 347 in tutta la provincia (114 i nuovi utenti). Numeri contenuti, ma in crescita dal 2002. Anche in questo caso la percentuale prevalente è maschile (75,8%).